Sarà l’età ma, ultimamente le le piccole librerie sparse nelle piccole e grandi città italiane, mi affascinano sempre più, così un giorno, in un piccolo paese del Trentino, mi è capitato tra le mani il piccolo libro scritto da Romsgnoli. Una coincidenza affascinante: ero in viaggio, e la casualità ha voluto che il mio sguardo finisse proprio su un libricino intolato “solo Bagaglio a mano”.
Il giorno successivo, ho iniziato a immergermi nella lettura di “Solo bagaglio a mano”. Complici le ferie, che mi hanno permesso di allentare i ritmi dedicando più tempo alle attività “lente” al quale dedico purtroppo troppo poco tempo, mi immergo nel libro di Romagnoli che è così coinvolgente e divertente che in tempo record sono riuscita, a terminare in una mattinata silenziosa al sorgere dell’alba.
Il viaggio letterario di Romagnoli parte dalla sua esperienza in Corea del Sud, dove ha partecipato al proprio funerale, un evento singolare nel contesto sudcoreano che non svelo per non rovinare la lettura. Chiuso in una bara, lo scrittore inizia a riflettere e pensare, dando vita a “Solo bagaglio a mano”.
Il viaggio, per Gabriele Romagnoli, è una filosofia di vita. All’epoca della pubblicazione del libro, aveva già visitato 73 paesi stranieri e puntava a raggiungerne 100 prima di morire. Il bagaglio diventa cruciale per chi è sempre in movimento, ma spesso farlo non è così semplice.
Mi ritrovo a condividere il terrore di fare le valigie, pur amando viaggiare. L’ansia da bagaglio è sempre presente, la paura di dimenticare qualcosa mi spinge a portare con me troppa roba. Sono ingombrante e ingombro, esattamente ciò che Romagnoli sconsiglia. A Serrada, ho come al solito portato troppe cose, e il mal di schiena per lo zaino troppo pesante mi ha tormentata nei giorni successivi al ritorno. Fortunatamente, da quando ho iniziato a viaggiare in aereo, ho compreso l’utilità del bagaglio a mano ed ho imparato, piano piano, a viaggiare leggera.
Attraverso le sue esperienze di viaggio, Romagnoli racconta la storia del Generale Custer, la famosa sconfitta a Little Big Horn, l’utilità del piano B e l’importanza di perdersi, dimenticare e liberarsi delle cose vecchie per viaggiare leggeri. “Solo bagaglio a mano” presenta, in realtà, una filosofia di vita: vivere in modo leggero, lasciando un segno senza ingombrare.
Il futuro è una valigia da aprire accettando ogni possibile contenuto. Possiamo prepararla noi stessi, ma senza esagerare, senza appesantirci. Potremmo considerare questo libro come un piccolo manuale di resistenza umana o il prologo alla creazione di una nuova specie: più leggera, mobile, in grado di sfuggire agli schemi e sopravvivere alle mutevoli condizioni della vita. In perfetta sintonia con l’esistenza. Quando tutto si conclude, arriva qualcuno a dirti: “Ti sia lieve la terra. Fallo tacere. Ti sia lieve la vita.” Per attraversarla, ho un unico insegnamento: “Solo bagaglio a mano.”