Il concorso ARCHIPRIX vuole premiare i migliori elaborati di tesi architettoniche a livello internazionale. ROTAworkshop partecipa con l’elaborato di tesi prodotto per la laurea magistrale (in collaborazione con Ilaria Quirico).
L’area di progetto è posta in un punto strategico della città di Spello dove sorge la recente scoperta archeologica di una villa romana, ai suoi margini si affacciano edifici di caratteristiche assai differenti costruiti in epoche molto diverse.
Allo stato attuale la protezione della villa romana e dei suoi mosaici è affidata ad una copertura a forma semisferica.
L’intervento prevede la sostituzione della attuale copertura con una struttura che possa riunire in se stessa diverse funzioni,non solo quelle di mera protezione musiva,ma anche quelle di un’interazione tra architettura e cultura che sia in grado così di divenire punto di riferimento per il territorio di Spello e i suoi abitanti.
La struttura della copertura,insiste su quattro piloni posti agli angoli dell’area,sui quali,si incastrano le travi principali e su di esse giacciono trasversalmente le travi secondarie. La struttura regge una copertura a “ventaglio” alternata da una parte sottostante piana che sorregge,per mezzo di muretti verticali,le “lamelle” oblique. Sono praticamente presenti due tipi di copertura:la prima,quella effettiva,poggia sui quattro pilastri e sulle travi principali e secondarie ed ha il compito sia di defluire le acque che di proteggere le rovine della domus sottostante;la seconda,invece,ha una funzione più estetica che permette al complesso di inserirsi nella città di Spello.
La rampa di ingresso conduce ad un atrio dove una porta a tre fornici sancisce l’accesso al museo archeologico rimandando così alle antiche porte delle città presenti in Spello. Oltrepassata la“porta dell’atrio”sul lato sinistro si aprono gli scavi:il percorso si snoda intorno alle stanze e ai mosaici,attraversando i tre giardini della villa con passerelle che si appoggiano direttamente a terra,sulle rovine.
Il percorso si articola attraverso passerelle per la visita agli scavi,composte da una struttura in acciaio rivestita con tavole di legno:sono appoggiate a terra mediante plinti senza fondazione,in modo da non intaccare l’integrità del monumento,inoltre,a protezione del dislivello è posto un parapetto in acciaio.
In corrispondenza degli atri il percorso si allarga in modo da garantire uno spazio di sosta ai visitatori,spazio che si articola maggiormente nel peristilio dove si ha la possibilità di avvicinarsi ai mosaici tramite una piastra di poco rialzata dal terreno(30 cm)e dei gradini che permettono al visitatore di raggiungere il piano archeologico e osservare più da vicino i mosaici. Questa piastra è parzialmente delimitata da una apposita griglia metallica che vuole ricreare il passaggio da uno spazio chiuso ad uno spazio aperto.
Grazie all’utilizzo di travi reticolari abitabili si è ricavato un piano superiore,raggiungibile,sia dall’atrio mediante una scala che cinge la sala video,che attraverso due ascensori posti a fianco della biglietteria che garantiscono il superamento delle barriere architettoniche da parte di persone disabili. Il piano superiore è gestito come uno spazio legato alla esposizione dei reperti tramite l’ausilio di grandi strutture vetrate in cui sono racchiusi i piedistalli metallici che sorreggono i vari reperti archeologici,numerosi fori,permettono di spostare o collocare altri piedistalli garantendo una maggiore flessibilità all’esposizione che si adeguerà all’avanzamento degli scavi archeologici e alla necessità di aggiungere nuovi spazi. Inoltre è individuata una postazione per un ristoro che si affaccia,mediante una enorme vetrata,sul giardino. La trave reticolare che divide la zona espositiva è coperta con appositi pannelli ed è attraversabile in determinati punti grazie all’inserimento di aperture che permettono la connessione dei due spazi. Dalla zona espositiva si snoda una passerella che attraversa i controsoffitti,sui quali possono essere proiettate immagini e video multimediali. Allo sbarco della scala vi è la presenza di un enorme spazio libero che si affaccia sull’ingresso;può essere adattato,a seconda dell’esigenza,ad area per eventi, a sala relax o come bookshop.
Nella parte sovrastante gli scavi archeologici,sono presenti controsoffitti appartenenti a tre tipi di layer che,posti a diverse altezze,creano giochi di volume.
Il primo livello è quello della struttura reticolare secondaria che,permette di intuire la struttura generale della copertura.
Il secondo livello è quello delle rovine specchiate sul soffitto ed estruse in modo da raggiungere una quota leggermente inferiore al layer della struttura,questo permette di percepire più rapidamente gli spazi interni della villa.
Il terzo livello è quello dei volumi che schematizzati a piastre appese alla copertura soprastante, creano una sorta di gioco di dislivello e diversa modulazione della luce naturale e artificiale.
I controsoffitti delle zone di villa,in origine aperte,si differenziano attraverso la creazione di un volume che discendendo sullo spazio aperto permette di illuminare,tramite pannelli luminosi,l’ambiente che un tempo era esterno in modo da far percepire al visitatore la sensazione di essere in uno spazio aperto.
La ricerca di armonia tra costruito e non costruito,viene esaltata dal giardino che tramite il movimento del terreno,ricrea la continuità con la copertura del museo proponendosi come garante dell’omogeneità dell’intero progetto. L’uso di lame in cemento con diverse inclinazioni,che a tratti fuoriescono dal terreno,movimentano il giardino,permettono un dialogo tra copertura esterna e verde urbano e bilanciano quel pieno e vuoto che altrimenti sarebbe troppo evidente e sproporzionato. Alle lame si unisce una griglia vegetale che ricrea la giacitura esistente del vigneto posto ad ovest e tramite l’ausilio di una scala,mette in comunicazione il piano del giardino con il piano dei vigneti creandosi così un continuum spaziale. Con l’inserimento del giardino si priva l’area della presenza di auto,rendendola interamente pedonale.Il giardino si pone al paese come un landmark a livello paesaggistico,ma anche come un momento ludico per i bambini;inoltre esso potrebbe ospitare un nuovo spazio per gli eventi.